12 Ore 1975
Pierluigi Rottigni

“Era un tempo d’oro e io ero in auge, il mio periodo d’oro. Le Case cambiavano modello ogni anno, le Moto italiane erano sulla cresta dell’onda e si vendevano come il pane. C’era un fervore incredibile, le nostre Fabbriche erano sempre avanti e noi vivevamo quel fervore. Alla 12 Ore de il Ciocco ci presentammo con una Moto che, in realtà, era il prototipo di un modello super che avrebbe visto la luce più avanti, la 125 Silver Vase. Doveva chiamarsi Six Days, ma a fine anno la Sei Giorni l’avremmo vinta noi e la Moto si chiamò Aprilia 125 Silver Vase, in onore. Al Ciocco facemmo terzi a pochi secondi dai… secondi, più tardi a Franciacorta, con la versione 175, facemmo l’Assoluta!”
È Pierluigi Rottigni che parla, il Pilota vincente di un’epoca lontana solo 40 anni, di cui è stato un pilastro di riferimento, poi Direttore Tecnico, Manager, ispiratore della “Regolarità” italiana senza interruzioni fino ai giorni nostri. E continua aprendo il forziere di ricordi incredibili:
“Era una gara abbastanza insolita, innovativa, divertente perché si correva a coppie, e noi si era soliti correre sempre da soli contri tutti. poi c’era, e c’è ancora se Dio vuole, il Ciocco. Ci sembrava un’oasi, un posto meraviglioso. Percorso non impossibile, impegnativo, gestibile. Diciamo scorrevole. In Toscana come a casa nostra, avevamo un bel seguito di tifosi, si capisce, eravamo veramente in auge, e ci sentivamo benissimo!”
“Io e Gualtiero Brissoni, il “Brisa”. Lui quell’anno faceva il Motocross, e per la Regolarità solo le (poche) Gare a Coppie e la Sei Giorni. Eccoci io e lui. Io in quel periodo andavo un po’ più forte di lui, un paio di secondi a Speciale. Insomma, eravamo una bella coppia, con una Moto prototipo che andava fortissimo. Un bel ricordo della Gara, e della stagione. Avrei poi vinto l’Italiano e, non mi fossi rotta la clavicola, anche l’Europeo che ai tempi era il Mondiale.
Le sensazioni quarant’anni dopo, “Garante” del Percorso della Riedizione 2022, week end del 23-24 Ottobre?
“Rifacendo quei sentieri sono ancora brividi. Sai, in fondo sono passati solo 40 anni! Mi ricordavo alcuni tratti del tracciato, per esempio quelle curve al galoppatoio. Mi sono venute in mente è mi è venuto da fare un po’ lo scemo, di divertirmi. E gli altri dietro. Un tuffo all’indietro nel tempo. Facevamo dei piccoli tratti e ci fermavamo a “registrare” il report che dovevamo redigere. Alla fine con Micozzi ci siamo rifatti il giro completo, non-stop, e lì eravamo di nuovo in gara. ci siamo divertiti e non la finivamo più di parlarne a tavola, a pranzo tutti insieme.”
E come la prenderanno, secondo te, quarant’anni e passa dopo i tuoi Colleghi di 40 anni… meno giovani?
“Ho sentito parlarne. Ti dico che ne parlano tra loro, in confidenza. C’è voglia di venire a fare la 12 Ore a Coppie, di tornare al teatro dell’azione. Io stesso, mi piacerebbe. Mi piacerebbe con Gritti, ma capisco, Alessandro corre con il suo Dottore, ormai fanno coppia fissa. È giusto…”
Che valenza tecnica ha la 12 Ore Il Ciocco del 2022?
“È prima di tutto una Gara divertente. Sia chiaro. Non è una Prova di Campionato, non è un appuntamento di una serie. È un’occasione, e quindi saranno le Coppie a tirarci fuor il meglio. Con le loro sfide personali, le loro rivincite, i loro temi agonistici dell’occasione. Anche loro sentiranno quei brividi che ho sentito io, e lì nasceranno le battaglie un po’ divertite e un po’ serie, le sfide “private”, e il ricordo automatico di un periodo d’oro per tutti, gli anni ’75. Sì, d’oro per tante cose, molto per la Regolarità. Andavano forte, le Case italiane andavano forte. La gente veniva da me da tutta Italia per comprare una SWM, Farioli faceva 1.500 Moto all’anno… e quella Moto prototipo, poi!”