Domenica 23 ottobre, sono le 18 quando mi accorgo del silenzio. Esco dalla segreteria di gara e getto uno sguardo…il paddock è vuoto, i camper, i furgoni, le moto, il parco chiuso, l’arco, le bandiere, le fettucce, le balle di paglia…tutto scomparso.
Ripenso a quella prima edizione. Erano altri tempi e tutto fu imbastito e portato a termine a suon di strette di mano con l’unione delle risorse umane del Ciocco e dei soci della Perla del Tirreno. Tutto lì.
Oggi dopo una lontananza di oltre trent’anni dal mondo della Regolarità sono tornato a confrontarmi con l’organizzazione dello stesso evento.
Continuavano a dirmi che i tempi sono cambiati ma non capivo…
L’impatto è stato scioccante!
Con 73 anni sulle spalle, mi sono sentito sopraffatto dalla burocrazia, da regole contorte, da atteggiamenti in cui, iter gestiti da persone spesso prevenute, in mancanza, talvolta, di buona fede e di rispetto, minano la passione dei pochi che ancora cercano di far sopravvivere i bei ricordi.
Dopo mesi di preparazione, giungo al Ciocco il 16 ottobre. Il 17 volevo tornarmene a casa, convinto di non poter affrontare la montagna di difficoltà che mi aspettavano.
Ma è stato nel giro di poche ore che ho capito che, qualcosa di buono e fortunato, aveva fatto si che accanto a me si materializzassero alcune persone che hanno sgombrato il cielo dalle nuvole guadagnando la mia stima, l’ammirazione e regalandomi la speranza che tutto potesse finire bene.
Personaggi e interpreti in ordine di apparizione, come si legge nei titoli di coda dei film:
La sera stessa di domenica è venuto a trovarmi Michele Bosi preoccupato per aver dovuto rinunciare ad alcuni suoi collaboratori, ma, mi assicura, gestiremo percorso e speciali come si deve. Le sue credenziali garantiscono per lui, ma mi ha fatto capire che ci avrebbe messo il cuore oltre a tutta la sua capacità. Un numero uno.
Il mattino successivo di prima mattina Matteo Dami è seduto al suo tavolo in Segreteria di gara. Con pazienza e metodo inizia la corsa col tempo per soddisfare le richieste di amministrazioni locali che, dopo una infelice esperienza di pochi anni prima, non intendono rilasciare i necessari permessi tanto facilmente. Grazie a lui, altro cardine della macchina organizzativa ed il costante coinvolgimento di Francesco Lunardini Presidente della Perla, dopo decine di pec, di firme digitali su documenti normalmente non richiesti, siamo riusciti ad ottenere il nulla osta finale, addirittura con relativo anticipo.
Fin da subito, grazie all’efficienza di Filippo Cheloni e Iacopo Pieroni, la macchina comincia a girare. I due custodi dei mille segreti del Ciocco, creature plasmate da Valerio Barsella, sono dovunque a risolvere qualunque necessità in qualunque momento. Indispensabili.
Intanto l’instancabile Gabriele Casotto inizia a organizzare i materiali, a prendere misure e a prevedere la segnaletica, facendo anche la spola con i fornitori ritardatari.
Il martedì mattina di buonora arriva la cavalleria!
Prima Beppe Belotti col camion pieno di materiali provenienti dal nord, che inizia a predisporre tutti gli spazi vitali della gara: Paddock, partenza, zona cambi eccetera.
Pierluigi Rottigni con Gualtiero Brissoni, responsabili delle PS arrivano con Bubu Buratti il direttore di Gara e scompaiono immediatamente a dar man forte a Bosi sul percorso.
Sempre in mattinata arriva la gloriosa Norelli capitanata da Enzo Paris e prende immediatamente possesso di quello che sarà il parco chiuso.
Daniela Confalonieri quando arriva sa di dover fare, anche, le veci dell’addetto stampa fuggito sulle dune africane ma farà benissimo questo e molto altro. Max Segale da professionista allena le corde vocali respirando a pieni polmoni l’aria fine dell’appennino…gli farà bene!
Emilio Colzani che gestirà la prova in linea arriva tra gli ultimi, assieme a Carlo Rivellini superdoc.
Alessandro Benedetti corre ad organizzare la prova di accelerazione e Andrea Pezzini cede il controllo a timbro a i fratelli Martinelli, esattamente come allora. Lui resterà con Colzani sulla PS.
Michele raccoglie tutti i suoi fidi marshall. Tutti sono padroni del loro compito.
Ci siamo! Da venerdì mattina si va in scena.
A fine verifiche il Direttore di Gara arringa un piccolo esercito assetato di fettucciati e trasferimenti.
La pioggia del sabato mette alla prova i piloti ma l’orchestra suona alla grande ed il giorno successivo le cose vanno ancora meglio. Bubu appare rilassato e la totale inattività del Superdoc è una bellissima notizia.
Quando un raggio di sole illumina la festa finale, con la premiazione orchestrata da Marco Romanelli e Valentina Dini, tutti i visi sono sorridenti.
Ce l’abbiamo fatta!
Grazie a tutti, grazie anche a Ludovica Del Carlo, Monica Molfino, Alessandro Belotti, Anna Benedetti, Mario Breviario, Alessandro Perego, Leandro Stefanelli, Enrico Salvia, Giuseppe Disposito, Fabrizio Grossi, Simone Chiari, Andrea Rosconi, Leonardo Signori, Paolo Miliardi, Riccardo Piacenza, Tinin Brizio e Lucio Arosio.
Grazie a Sirtes, Acerbis, Vitamina e Bardahl.
Continuo a fissare quel paddock vuoto e mi rilasso; sento tutta la fatica e lo stress dei giorni precedenti e penso che si invecchia e si peggiora, tutti. Diventiamo permalosi e qualche amico se ne va senza permettermi di salutarlo e ringraziarlo quanto meritava. Qualcuno si dispiacerà non leggendo il proprio nome in questi ringraziamenti. Mi scuso con loro fin da ora.
Mi distolgo da queste riflessioni quando il silenzio è rotto dal rumore di un grande van che si ferma in mezzo al paddock e monta una enorme tenda. Domattina il neocampione italiano rally, proverà sui tornanti della tenuta, la vettura per il 2023.
Questo è il Ciocco, o meglio, questo è il Ciocco che Valerio Barsella ha saputo elevare a salotto degli sport del motore.
Non a caso un partecipante che aveva una maglia da gara disegnata come un abito da sera con tanto di farfallino, ha detto: “Alla Scala della Regolarità si va in smoking”.
Se penso che tutto partì da quella prima edizione della #dodiciore nel 1975, un po’ di orgoglio mi sale e lo stimolo rimane.
Ho conosciuto alcuni giovani eccezionali con i quali varrà la pena andare avanti ad inventarci qualcosa. Qualcuno mi diceva mesi fa che bisogna contare più sui giovani e abbandonare le nostalgie. Avevi ragione Bubu.
L’anno prossimo di anni ne avrò 74 di anni, ma riesco ancora a trarre insegnamento dall’esperienza e le difficoltà non mi spaventano se Matteo, Michele, Iacopo e Filippo saranno accanto a me.
Se ci sarà una prossima 12 ore, sarà con voi vicino, sempre che mi diate l’onore di volerci essere.
Daniele